Studio Odontoiatrico di Endodonzia e Conservativa - dott. Ernesto Russo

cerca nel sito
Vai ai contenuti

Menu principale:

Implantologia controindicazioni

 

Controindicazioni all'implantologia

La ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico delle case produttrici di impianti ha permesso il raggiungimento di un elevato standard nella qualità del risultato che attualmente possiamo dare ai nostri pazienti.
Questa breve sintesi delle reali controindicazioni, relative ed assolute, all'implantologia e ad alcune modalità di applicazioni delle tecniche implantologiche come pure dei rischi legati all'implantologia per osteointegrazione , vuol far comprendere che l'implantologia, pur essendo una metodica chirurgica standardizzata, deve assolutamente essere INDIVIDUALIZZATA per ogni PAZIENTE in funzione delle caratteristiche LOCALI dei mascellari e GENERALI cliniche del paziente stesso.
Quindi, non sempre è possibile effettuare l'implanto-protesi in modo ideale, presentandosi spesso difficoltà di varia natura, che potrebbero controindicare la soluzione terapeutica basata sugli impianti.
- La presenza o assenza di osso non è l'unico fattore decisionale -
Attualmente il DENTASCAN è la migliore metodica tomo-radiografica che ci permette di valutare la quantità ma anche la qualità del tessuto osseo a disposizione.
Diviene chiaro che di fronte ad una qualità ossea scadente saranno necessari un numero di impianti maggiori in grado di permettere un adeguato sostegno per la protesi sia essa fissa che mobile, come pure alcune tecniche potranno, o meno, essere impiegate.
- argomenti di grande attualità : il carico immediato e l'implantologia "a cielo chiuso" -
Il CARICO IMMEDIATO consiste nel posizionamento della protesi subito dopo l'inserimento degli impianti, e comunque entro le 36 ore dall'intervento implantologico.
E' assolutamente ovvio che questa tecnica dipenda dalla quantità dell'ancoraggio degli impianti a livello osseo (stabilità primaria) e quindi anche dalla qualità dell'osso dove questi vengono posizionati oltre che dal numero e dal tipo degli impianti utilizzati.
Sempre nel contesto del carico immediato una tecnica che viene promossa è la riabilitazione protesica su 4 impianti ( ALL ON FOUR ) mediante programmazione computerizzata del posizionamento degli impianti con apposite guide precostruite e della protesi.
Attualmente, però, la durata a lungo termine di tale approccio trova pareri discordanti.
Altro tema di attualità è l' IMPLANTOLOGIA "A CIELO CHIUSO", che non necessita l'effettuazione di un lembo, ma solo l'apertura di un opercolo mucoso minimale.
E' questa una metodica meno invasiva per i pazienti, che rientra nella visione moderna di programmazione computer-guidata degli interventi implanto-protesici, attraverso l'utilizzo di sofisticati software 3D.
Ad ogni modo, qualora la quantità ossea non sia elevata e sia richiesta una contestuale tecnica rigenerativa o ricostruttiva associata, questa metodica potrebbe trovare un suo limite applicativo.
- La patologia parodontale non stabilizzata o fuori controllo è una importante controindicazione all'implantologia -
Continuando sulle possibili diverse scelte terapeutiche per i nostri pazienti possiamo pensare ai pazienti che non presentano un'igiene corretta, questi pazienti sono a rischio di insuccesso in quanto la carica batterica è in grado di determinare un processo infiammatorio dei tessuti peri-implantari ( periimplantite ), con il rischio di perdita dell'impianto.
Eseguire impianti in pazienti che sono affetti da patologia parodontale attiva è un rischio se la malattia stessa non è stata trattata con attenzione.
- Un aspetto da prendere in considerazione è il fumo -
Attualmente i pazienti fumatori vengono riabilitati con gli impianti; ma è importante che sappiano che il rischio di insuccesso e molto più elevato che nei pazienti non fumatori sia a breve che a lungo termine, sia per l'azione quindi immediata sui processi di guarigione delle ferite subito dopo l'intervento chirurgico, sia per l'azione negativa che il fumo determina a livello della circolazione periferica ( ipossia tissutale ) e quindi dei processi di osteointegrazione.
- l'uso di BIFOSFONATI ed altri farmaci antiriassorbitivi-antiangiogenetici (ONJ-correlati) -
Un tema di grande attualità è l'uso di BIFOSFONATI ed altri farmaci anti riassoritivi (Denosumab) o antiangiogenetici (Sunitinib), categoria di farmaci che vengono utilizzati soprattutto nell'osteoporosi e nelle terapie anti-neoplastiche, che possono essere somministrati per via orale, intramuscolo o endovena. Nel caso dei Bifosfonati, ormai molto comuni, questi permangono nell'osso per molto anni in elevate concentrazioni, dopo terapie continuative per più di tre anni. Qualsiasi intervento chirurgico, non solo implantologico, quindi, esporrebbe al rischio di necrosi ossea avascolare a livello dei mascellari interessati (ONJ).
per ulteriori approfondimenti, leggi L’OSTEONECROSI DELLE OSSA MASCELLARI FARMACO-RELATA (MRONJ) >>>


- I pazienti DIABETICI -
Non compensati e con complicanze micro-circolatorie sono a rischio per il trattamento implantologico.
Pertanto, è assolutamente necessario che il trattamento terapeutico per il diabete sia efficace e perfettamente compensatorio.
- L' ETA' dei pazienti non sembra avere rilevanza -
sul successo implantologico rispetto a quanto si credeva, tanto più che i pazienti anziani sono quelli che attualmente vengono maggiormente riabilitati con gli impianti.
- La TERAPIA RADIANTE -
a livello dei mascellari ha importanza, per cui si consiglia ai pazienti, che hanno subìto terapia radiante per motivi neoplastici, di effettuare gli impianti o subito alla fine della terapia stessa o, in alternativa, dopo un anno dalla fine della terapia stessa.

<<< vai alla pagina precedente
>>>  torna al menù AREA INFORMATIVA <<<

 
Torna ai contenuti | Torna al menu