Studio Odontoiatrico di Endodonzia e Conservativa - dott. Ernesto Russo

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Approfondimenti sulle cautele nell'uso dei bifosfonati

 
 
 
 
 
 

Approfondimenti sulle cautele nell'uso dei Bifosfonati


Recenti linee guida con l'utilizzo di alcuni nuovi tets di laboratorio che diagnosticano preventivamente il livello di rischio individuale dei pazienti, costituiscono gli aggiornamenti in tema di cautele nei confronti dei pazienti in terapia con Bifosfonati.

C-terminal cross linked telopeptide (CTX)


è un marker sierico del turnover osseo:
- CTX minore di 100 pg/ml (alto rischio)
- CTX compreso tra 100-150 pg/ml (rischio moderato)
- CTX superiore a 150 pg/ml (rischio minimo o nullo)


Fare riferimento al CTX in tutti gli stadi della malattia.
Per i pazienti che assumono bisfosfonati da meno di 3 anni, la maggior parte delle procedure sarebbero sicure (eseguire, comunque, il CTX).
Dopo 3 anni di assunzione continuativa il rischio aumenta. E' utile interrompere l'assunzione di bisfosfonati 3-4 mesi prima di procedure odontoiatriche ed eseguire il CTX. Se il CTX è uguale o maggiore a 150 pg/ml si possono eseguire i trattamenti dentali. Dopo 4-5 mesi si possono riassumere i Bisfosfonati.
I pazienti oncologici e che assumono Corticosteroidi sono quelli più a rischio.
E' da notare che sono segnalati aumenti di osteonecrosi dei mascellari in pazienti trattati con farmaci antineoplastici, che non hanno mai assunto bisfosfonati e che non hanno fatto radioterapia.
Da tenere d'occhio i pazienti diabetici e quelli che presentano insufficienze vascolari arterovenose. La trom-bofilia e ipofibrinolisi sono considerati importanti fattori scatenanti.
Si consiglia di eseguire, insieme al CTX serico, l' NTX urinario, un check-up emocoagulativo (PT, PTT, INR), la conta delle piastrine, il dosaggio della vitamina K, la calcemia (l'alterazione cronica del bilancio del calcio danneggia la formazione di nuovo osso); anche il dosaggio della vitamina D (25(OH)D) è molto importante, perché la sua deficienza è causa di osteoporosi secondaria, di iperparatiroidismo secondaria e conseguente alterazione del sistema immunitario.
Non dovrebbe essere il solo l'Odontoiatra a valutare questi parametri, ma i colleghi Reumatologi, Oncologi, Endocrinologi, ed Urologi. È importantissimo l'approccio interdisciplinare.
Per quanto riguarda la terapia, è utile far fare sciacqui con bicarbonato di sodio (neutralizza l'accumulo di fosforo nelle ossa mascellari e alcalinizza il pH, poiché è stato dimostrato che i bisfosfonati aumentano la loro azione con il pH acido) e soluzione fisiologica. Alcuni studiosi stanno valutando l'utilizzo dell'eparina a basso peso molecolare e a basse dosi (enoxeparina). Sono utili dosi abbondanti di vitamina E (ha un alto potere antiossidante). È utilissima anche la Pentossifillina che, inibendo la fosfodiesterasi eritrocitaria, determina un aumento dell contenuto in ATP degli eritrociti con conseguente migliore efficienza della pompa del calcio e riduzione dei livelli intraglobulari dello stesso. È utile il PTH 1,34 (ormone paratiroideo combinato) a dosaggi intermittenti.
II ripristino dei normali meccanismi di produzione e di conservazione dell'energia intracellulare del globulo rosso (normalizzazione del tenore intraeritrocitario di ATP in corso di insufficienze arteriose periferiche), tende a correggere lo stato di iperviscosità ematica fondamentalmente sostenuto dall'irrigidimento delle emazie.
L'ossigeno iperbarico può essere utile, come anche molto efficace risulta essere l'impiego a dose intermittente del Laser, l'ozono terapia e la stimolazione elettrica con adeguate attrezzature tecnologiche (Tecar).

fonte: SISBO (Società Italiana Studio Bisfosfonati in Odontoiatria)

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